Astronomia cubica

Astronomia Cubica.

Antonino Maria Ferro

In futuro l’umanità arriverà a conoscere quei segreti che la porteranno al di la dei confini della Terra e addirittura arriverà oltre il sistema solare oltre la nostra galassia, quello che attualmente posso dire è, che le macchine che ci porteranno in questi luoghi dovranno possedere un sistema di localizzazione dei luoghi nell’universo mediante quadranti cubici quindi non l’attuale metodo perché da delle misure precise si ma non definisce bene la posizione del pianeta o del luogo cioè il punto tridimensionale e quindi il punto opposto da raggiungere. Le macchine del futuro hanno bisogno di coordinate per il funzionamento ma anche in che punto più preciso del quadrante cubico esso si trovi.

Nel testo che ho scritto, “Astronomia cubica”, si spiega, in maniera matematica, come raggiungere un luogo presente in un certo punto dell’universo capendo in quale piccolo quadrante di un anno luce e anche meno, esso si trovi. Quindi conoscendo le coordinate del quadrante trovare la posizione in cui si deve andare all’interno di esso, utilizzando le misure calcolate da Terra oppure da un altro luogo dove si trova la macchina.

Quindi questo tipo di mappa astronomica permette di definire la posizione di un astro mediante la conoscenza del quadrante cubico e dai valori x,y,z. Il valore è sempre positivo perché partono da un punto iniziale uguale a zero, cioè all’interno dell’orbita della Terra.

Il cosmo quindi, viene diviso in otto enormi quadranti cubici, nominati attualmente con le lettere, (A,B,C,D,E,F,G,H.). I quadranti non hanno nomi ma si trovano in base alle coordinate x, y, z.

Ogni quadrante cubico più piccolo ha la misura di un millesimo di anno luce, una dimensione comunque grande.

Ogni quadrante cubico più grande, ha la misura di 10 miliardi di anni luce.

La mappa cosmica che si andrebbe a creare con il seguente metodo servirebbe ad individuare la posizione dei vari ammassi galattici stellari e dei sistemi stellari.

Una stella in realtà costituisce un punto di riferimento nello spazio che può essere meglio identificato se calcolato nelle tre dimensioni dello spazio.

Il tempo dei cambiamenti delle posizioni delle galassie nello spazio è relativamente lungo quindi prevedibile nel periodo di alcuni secoli.

Il piano preso come punto di riferimento è quello utilizzato anche nell’astronomia sferica come nel nostro sistema solare che è quindi il piano di riferimento su cui giace l’orbita della Terra.

La macchina risalirà alla destinazione in base alle coordinate del quadrante finale cioè quello più piccolo, poi si risalirà alla posizione esatta in base al movimento dell’astro.

La conquista dello spazio è importantissima per l’uomo; è necessario fare delle ricerche molto accurate non solo dal punto di vista astronomico ma anche dal punto di vista astrofisico.

Bisogna anche riconoscere che l’universo non è fermo, tutto si muove a velocità diverse e in direzioni diverse; conoscere, ad esempio il quadrante di un anno luce ci permetterebbe di capire che per circa un secolo quel luogo che vogliamo raggiungere rimarrà all’interno di quello spazio che la macchina riconoscerà se all’interno c’è il nostro luogo da raggiungere oppure se questo astro si è spostato nel quadrante cubico vicino. Le galassie ad esempio si muovono a una velocità tale che cambiano continuamente posto all’interno dei quadranti cubici.

<<Se si osservano con un spettroscopio le galassie esterne alla nostra, si nota che le righe spettrali risultano spostate verso l’estremo rosso dello spettro. Lo spostamento è tanto maggiore quanto più l’oggetto è lontano: interpretando lo spostamento verso il rosso come derivante dall’effetto Doppler, si deduce che le galassie vanno tutte allontanandosi sia dalla nostra, sia l’una dall’altra, cioè l’universo sarebbe in espansione, (Il suo volume aumenta e la sua densità dovrebbe diminuire).>> Enciclopedia Europea Volume III cosmologia pag 816.

Bisogna tener conto che una galassia occupa nello spazio più quadranti cubici di un anno luce, ma non può occupare un quadrante cubico più grande di un milione anni luce.

Quindi si deve localizzare prima la galassia nel quadrante cubico, con il lato un milione anni luce e poi trovare il quadrante cubico più piccolo di un anno luce o anche meno dove probabilmente troviamo il sistema stellare quindi localizzare il pianeta da raggiungere.

Per effettuare la ricerca dei punti che darebbero la posizione delle galassie nello spazio basta conoscere la presunta distanza e l’angolo di spostamento rispetto alla Terra.

L’esplorazione ottica permetterebbe l’individuazione spaziale degli ammassi stellari soprattutto quelli più vicini alla via Lattea.

I risultati ottenuti con questo sistema permetterebbe di studiare nel corso di un tempo lungo il movimento quindi il verso dello spostamento delle galassie non solo di tutti gli altri effetti, lo spostamento verso il rosso, la formazione dei buchi neri, i quasar la composizione chimica e degli elementi presenti in maggior numero in quel luogo.

Questi passaggi saranno spiegati dettagliatamente nel testo.

Può sembrare strano ma queste macchine del futuro ci permetteranno di raggiungere altri luoghi dell’universo (pianeti, stelle, galassie) in tempi brevi, cosa impossibile da attuare con i sistemi di trasporto attuale, in quanto: primo non possiamo viaggiare più veloce della luce, la materia si disintegrerebbe e qualsiasi nave spaziale si distruggerebbe; secondo anche potendo, ci vorrebbero anni per andare nel sistema solare più vicino.

I tempi necessari per il trasporto dipende dalle distanze (Tempi molto brevi).

Penso che il pianeta Terra sia un seme dell’universo, cioè contiene gli elementi che si possono trasportare in qualsiasi luogo dell’universo (vegetazione, animali, esseri umani) e non solo. Con le tecnologie, si potranno trasformare alcuni pianeti (dove si potrà) in pianeti simili alla Terra.

Nell’universo è sicuro che vi sono altri pianeti simili alla Terra, ma ancora non possiamo sapere se posseggono vita animale, vegetale, umana.

Uno dei fattori interessanti dal punto di vista relativistico è che nel momento del trasferimento le persone che si trovano nell’interspazio il tempo si ferma cioè guadagnano tempo ma soprattutto quando rientrano nello spazio normale il tempo è quello misurato nella normalità.

Uno dei problemi maggiori per lo spostamento nello spazio saranno le quantità di energia necessarie perché ciò avvenga, risolvere quindi i problemi energetici e il tipo di energia da sfruttare è di fondamentale importanza. La colonizzazione è possibile con i mezzi attuali, solo all’interno del sistema solare anche se questo costerebbe tempi molto lunghi, e tecnologie molto avanzate, ma bisogna girare lo sguardo oltre questi confini ed è un problema a cui tutti sono chiamati a collaborare. Conoscere la posizione degli astri è di fondamentale importanza per gli spostamenti sia che questi avverranno solo tra pianeti, oppure tra luoghi nello spazio nelle vicinanze dei pianeti.

Le tecnologie che verranno dovranno essere molto precise nell’indicare gli spostamenti inoltre nello spazio saranno necessarie macchine non a combustione, forse ad energia solare o altro.

I procedimenti per realizzare questo tipo di macchine saranno sicuramente sperimentate in futuro tutte le teorie oggi conosciute, i tempi non si conoscono però prima si inizia meglio sarà.

Ci troviamo in una parte dello spazio, per meglio dire della galassia (Via Lattea), abbastanza tranquilla. Bisogna comunque essere capaci e preparati a qualsiasi pericolo, le tecnologie ci sono è necessaria solo buona volontà da parte dei governi soprattutto delle nazioni tecnologicamente più avanzate. Nasce quindi l’interesse da parte di tutti gli stati della Terra alla difesa spaziale, da oggetti vaganti. Astronomia cubica Aracne editrice 2017 WWW.ferroantoninomaria.com.